LOVE IS IN THE AIR. UGO FOSCOLO + ANTONIETTA FAGNANI ARESE

LOVE IS IN THE AIR. UGO FOSCOLO + ANTONIETTA FAGNANI ARESE

February 16, 2021  |  NEWS  |  Share

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“E in te beltà rivive,
L’aurea beltate ond’ebbero
Ristoro unico a’ mali

[…]

Agli arcani tuoi lari
Ove a me sol sacerdotessa appari,

Regina fu; Citera
E Cipro ove perpetua
Odora primavera …”
 

(U. Foscolo, Ode “All’amica Risanata”)

 

“Cosa è mai per il nostro cuore il mondo senza l’amore?

È come una lanterna magica senza luce!

Ma appena tu vi introduci la lampada, le più belle immagini compaiono sulla parete bianca!

 E anche se non fossero altro che fantasmi evanescenti,

 ci rendono tuttavia felici quando stiamo lí come tanti ragazzi

 e andiamo in estasi per queste meravigliose apparizioni…”

 

(J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther)

 

Love is in the Air: Ugo Foscolo e Antonietta Fagnani Arese

è una mostra nata dall’Idea di Luigi Franchin, Alberto Levi e Viola Romoli

a cura di Roberto Mastroianni

su progetto dello Studio Patricia Bohrer

con la collaborazione di Altreforme, Be Modern, Il Casale Flower Farm,

Jean Blanchaert, Johan & Levi Editore e vago.com

Date: 16 Febbraio – 25 Giugno 2021

Artisti: Franco Albini, Melvin Anderson, Francesco Binfaré, Fulvio Bianconi, Patricia Bohrer, Enrica Borghi, Mario Botta, Eteri Chkadua, Simone Crestani, Francesca Dondoglio, Eileen Gray, Domitilla Harding, Patrick Jacobs, Frank Lloyd Wright, Umberto Mascagni, Massimo Micheluzzi, Ludwig Mies van der Rohe, Aldo Mondino, MVM, Ocra, OVO, Gaetano Pesce, Carlo Prada, Paolo Rizzatto, Maria Grazia Rosin, Ken Scott, Bianca Sforni, Ettore Sottsass, Emilio Tadini, Giuseppe Terragni, Vedovamazzei, Paolo Venini, Vittorio Zecchin.

La Mostra si sviluppa negli spazi di THE POOL NYC a Palazzo Fagnani Ronzoni in Via Santa Maria Fulcorina 20 e da Alberto Levi Gallery in Via San Maurilio, 24 a Milano.

Love is in the Air. Ugo Foscolo e Antonietta Fagnani Arese

di Roberto Mastroianni

Milano 1801-1803, Palazzo Fagnani, Via Santa Maria Fulcorina 20.

Milano 2021-2023, Palazzo Fagnani, Via Santa Maria Fulcorina 20.

Quale migliore occasione del giorno di San Valentino per entrare in questo splendido palazzo in mattoni rossi, fulgido esempio del Barocchetto milanese dall’austera bellezza, che si erge su una stretta via con a lato una chiesa, dedicata a San Matteo alla Banchetta, e che storicamente ospitò i Marchesi Fagnani, divenendo scenario della grande passione intellettuale e amorosa tra due giovani amanti: Ugo Foscolo e Antonietta Fagnani Arese. Fu questa una storia caratterizzata da una ricerca spasmodica del bello e del vero, non disdegnando al contempo la ricerca, anch’essa spasmodica, del piacere e del soddisfacimento delle proprie passioni, dei propri desideri.

Le mura di questo palazzo milanese furono spettatrici silenziose della travolgente storia d’amore tra il poeta e la fascinosa nobildonna e da quella relazione nacque un sodalizio che permise a Foscolo di assorbire Goethe e dare forma alle Lettere di Iacopo Ortis. Antonietta conosceva perfettamente quattro lingue, tra le quali il tedesco, e tradusse per Ugo I Dolori del giovane Werther, libro fondamentale per il formarsi della sua poetica la cui ricezione influenzò profondamente la prima stesura de Le ultime lettere di Iacopo Ortis. Comincia così una liaison dangereuse intensa, passionale e tumultuosa tra i due giovani colti e cosmopoliti.

Fu quella una storia d’amore, che per una serie di vicissitudini ebbe vita breve, e allora vale la pena fare un esperimento mentale e immaginare che i due personaggi si incontrino nel 2021 in un mondo in rapida trasformazione, sotto la pressione di una pandemia globale che mette in luce le contraddizioni di quella tarda modernità, che vede il pianeta diventare “un’ultima sfera unificata attraversata da merci, capitali, testi, simboli e personaggi in visita”[1], che questi due giovani potrebbero abitare all’insegna di un amore per le arti, di un’azione culturale e di un forte impegno civile.

In questa prospettiva, due galleristi – una Fiorentina (Viola Romoli) e un Veneziano (Luigi Franchin) – proprietari di una galleria milanese dal nome newyorkese (THE POOL NYC) mettono a disposizione i loro spazi all’interno di Palazzo Fagnani, al fine di far rivivere la magione dei due amanti, al contempo salotto culturale, alcova e spazio di pensiero e produzione culturale.

La scommessa è immaginare Ugo e Antonietta del XXI secolo vivere i loro spazi e la loro quotidianità, qui ricreati in sinergia tra la Galleria Alberto Levi e THE POOL NYC, all’insegna di passioni artistiche, interesse per il design contemporaneo e per oggetti che, come gli antichi tappeti berberi, evocano viaggi e culture globali e locali. In questo modo, la galleria diventa una specie di “camera delle meraviglie” contemporanea piena di oggetti eccentrici, a volte spudorati o dalla forte carica ironica, scelti da una coppia che incarna amore, passione, cultura, desiderio, avventura e impegno civile.

Il cosmopolitismo, il gusto per il collezionismo e il lusso e l’attenzione alle trasformazioni sociali e politiche, tratti caratteristici del Foscolo e della Fagnani storici, vengono riproposti e riarticolati con attenzione alla contemporaneità, permettendo ai visitatori di entrare in uno spazio, che anche loro potrebbero abitare, pieno di oggetti che anche loro potrebbero possedere, che rappresentano la sintesi di un gusto contemporaneo attento alla qualità estetica, al confort e alla ricerca di quella armonica conciliazione di materialismo e spiritualismo di cui Ugo Foscolo è stato un  teorico esemplare.

I giovani Ugo e Antonietta storici si rispecchiano pertanto nel gusto curatoriale e allestitivo di una galleria, che si propone da anni di mettere assieme il meglio dell’arte e dello stile che nasce e attraversa le capitali globali del potere politico, economico e del lusso.

Il gusto del veneziano di origini greche Foscolo e della milanese Fagnani cedono così il passo a quello dei potenziali Ugo e Antonietta contemporanei in un rispecchiamento di attraversamenti territoriali e culturali che vede loro ripercorrere luoghi centrali, ora come allora, per la cultura globale. In questo modo Londra, Parigi, Milano, Firenze e Venezia e la Svizzera dell’Ottocento diventano contraltare delle capitali contemporanee, arricchendosi delle suggestioni che provengono dal design, dall’antiquariato e dalle potenzialità del contemporaneo.

Il nostro esperimento mentale ci pone innanzi alla casa di due giovani collezionisti che vedono, come già il Foscolo, nella bellezza i segni e le tracce simboliche di un passato e di un presente che trovano nell’arte la capacità di dare forma a un progetto di vita all’insegna dell’impegno civile e culturale, nella consapevolezza che solo il bello possa essere consolazione e spunto di riflessione in un’esistenza e in un mondo complesso e conflittuale.

Le opere d’arte, il design e gli oggetti presenti in galleria diventano così parte di una costellazione simbolica, che regala sogni e “illusioni” fondamentali per affrontare la vita e il mondo. Vi è infatti una consapevolezza che accomuna il pensiero foscoliano e il collezionismo contemporaneo ovvero che certi tipi “illusioni”, come le opere d’arte, possano essere un rimedio anche solo momentaneo ai drammi dell’esistenza e che una vita senza arte e cultura non avrebbe senso di essere vissuta.

Possiamo infatti immaginare di ascoltare il poeta nelle stanze della galleria/casa  declamare a voce alta ad Antonietta un passo tratto delle sue Lettere:

“Illusioni! Grida il filosofo – Or non è tutto illusione? Tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de’ baci delle immortali dive del cielo: che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondeano lo splendore della divinità su le imperfezioni dell’uomo, e che trovavano il Bello ed il Vero accarezzando gli idoli della lor fantasia! Illusioni! ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza”[2].

E mentre Antonietta, in un gioco di specchi tra passato e presente, ode le parole dell’amato vede attorno a sé gli oggetti contemporanei che, simili ai “Sepolcri” di cui egli parlerà/ha parlato, si presentano come tracce simboliche di una cultura globale condivisa, la quale dà senso e significato alla nostra comune situazione esistenziale.

 Cosa sono infatti le opere d’arte e dell’ingegno umano che trovano collocazione nelle nostre case se non belle presenze e tracce di una tradizione culturale, che è trasmissione di messaggi e forme di vita da un passato comune, che vengono riarticolate e re-interpretate con lo sguardo dell’oggi? E in questa capacità di collezionare gli oggetti, che rappresentano il mondo e la storia degli uomini, non c’è forse il desiderio di collezionare il proprio io culturale e socio-storico attraverso lo sguardo contemporaneo e l’ibridazione dei linguaggi?

 In questa prospettiva, il rapporto tra tradizione e innovazione, tra figurazione e astrazione tra design e architettura dà vita a uno spazio dell’abitare che ci pare comune e possibile nella sua storicità e contemporaneità.

Prende così forma la casa dei due giovani collezionisti che si rispecchiano in opere d’arte e oggetti di design e nei “simulacri” e “illusioni” capaci di incarnare il nostro umano desiderio di verità, bellezza e giustizia.

Amore, passione, gioco, arte, letteratura, quotidianità e impegno esistenziale trovano il loro spazio ideale in un’idea di abitazione, in cui la bellezza si presenta anche come possibile consolazione delle sofferenze, dei drammi e dei conflitti provocati dalla nostra condizione esistenziale, amplificati da questi tardo moderni tempi pandemici.

La mostra

Entrare in questa mostra/abitazione, che  vuole rendere omaggio a Foscolo e Fagnani, due figure centrali  della Milano ottocentesca e per la cultura italiana ed europea, getta il visitatore in uno spazio tempo sospeso, in cui prende forma la celebrazione dell’amore, della ragione, dell’impegno civile e politico, delle passioni, dei piaceri e delle sofferenze quotidiane, e di tutte quelle suggestioni capaci di diventare motore della produzione poetica e letteraria dei due personaggi storici e, nel contempo, immaginare i loro potenziali corrispettivi contemporanei.  

La mostra, ispirata alle figure dei due storici amanti, vede gli spazi attraversati della presenza degli Ugo e Antonietta contemporanei e prende così forma un luogo arredato con oggetti che parlano di viaggi, musica, moda, attualità, arte e impegno civile. La mostra attribuisce ai due giovani caratteristiche ritenute fondamentali per l’inizio del XXI secolo: entrambi sono cosmopoliti, europeisti, radicati ma interessati al mondo intero, in cerca di avventura  e intellettualmente curiosi e dediti a tutti gli ambiti del sapere, vivono una vita all’insegna del rapporto tra innovazione e tradizione, sono insomma una coppia intellettuale illuminata, sostenitrice dell’ambiente e impegnata nella costruzione di un nuovo risorgimento europeo all’insegna della sostenibilità ambientale e nella promozione di una cultura dei diritti e delle libertà.

La casa, luogo fondamentale per la quotidianità emotiva, intellettuale e sociale e spazio dell’intimità, dove si vive, si soggiorna, si pensa, si crea… diventa in questo modo teatro di un collezionismo contemporaneo raffinato e attento al mutare del gusto, all’ibridazione dei linguaggi e alla sovrapposizione di forme e ispirazioni geografiche e storiche differenti.

La quotidianità si intreccia con forme simboliche dense di messaggi sociali ed esistenziali in una tensione tra il materiale e lo spirituale, che non disdegna il divertimento e la passione.

Entrando nella magione, tramite la monumentale Piscina di Marshmallows di Aldo Mondino (Aldo Mondino, Untitled (Piscina di Marshmallows), Marshmallows, 3,80×7,70 m, 1982), comprendiamo subito che questa è la dimora di due amanti che vedono in quella “una vasca dolce” per perdersi nelle appassionate “acque” dell’amour fou, vivendo la propria storia con passione e nello stesso tempo ricerca pop-ironica.

Passiamo poi negli altri spazi della galleria, trasformati in stanze di una vera e propria casa, con letto, mobili, opere d’arte contemporanea, sculture in vetro e trionfi di tappeti berberi.

 Sulle pareti i quadri di Aldo Mondino (“Tropicale”, Olio su Masonite, 180×140 cm, 1964 e “Sufi”, Olio su Linoleum, 120×90 cm,1999)  e di Eteri Chkadua (“Unfaithful Wife”, Olio su tela, 130×140 cm,)  parlano di viaggi, alterità e suggestioni orientaliste ri-articolate nei linguaggi pop ironici del contemporaneo, mentre le opere di Francesca Dondoglio, indicano l’attenzione dei due giovani amanti per una ricerca sul colore e sull’essenza del dipingere dalla forte “linea analitica”[3], che incarna un “esperienzialismo concettuale” dalla forte tensione spirituale e dalla resa astratto-metafisica, che usa le tensioni tra le monocromie per indagare lo spazio poetico dell’animo umano.

La Progettazione degli spazi e del letto ad opera di Patricia Bohrer rende le gallerie perfettamente vivibili, all’insegna del confort che solo la “casa” può dare, ma nello stesso tempo con un’attenzione al design raffinato, colorato, minimale e giocoso che conferisce ricercatezza a ogni dettaglio, al fine di restituire la personalità di due giovani cresciuti assorbendo le forme e i linguaggi del nostro immaginario globale.

Il design dal gusto contemporaneo e internazionale dialoga in questo modo con gli antichi tappeti berberi di Alberto Levi e con le sculture in vetro di Murano, restituendo il gusto cosmopolita di una coppia capace di accostare il bello e l’utile al di là del tempo e dello spazio, mossa da un gusto che sa rintracciare la continuità tra gli oggetti in uno sguardo e in una prospettiva personale. Sulle pareti le opere di Bianca Sforni (“Datura Maggio 2020”, stampa cromogenica ai Sali d’argento, 81×61 cm, 2020 e “Datura Maggio 2020”,  stampa cromogenica ai Sali d’argento, 81×61 cm, 2020) propongono metafisiche e sospese nature morte, che come vanitas contemporanee ci ricordano della fugacità della vita, mentre la scultura di Enrica Borghi (“Venere”, unghie finte e straccio, 2020) ci mostra l’attenzione dei due inquilini della casa/galleria per i temi del riciclo e riuso dei materiali in un’ottica di sostenibilità ambientale e la sensibilità per la gender equality e la condizione femminile, mostrando che tensione socio-politica e gusto possono convivere in forme piacevoli, dal forte valore critico.

Nella Galleria Alberto Levi trova, invece, collocazione lo studio di Ugo e Antonietta, dove gli innamorati trascorrono il loro tempo a leggere, creare, pensare, fare yoga, meditare e ascoltare musica avvolti in una suite di cinque tappeti (nodo simmetrico in lana su trama e ordito in cotone, 1925 circa) disegnati da Jean Burkhalter per Pierre Chareau.  Questa suite di tappeti, commissionati originariamente per una residenza in Corsica, è rappresentativa delle diverse sfaccettature stilistiche e compositive della maturità artistica di Burkhalter e attraverso la proposizione di motivi astratti, forme irregolari ad effetto maculato o marmorizzato o tratti dall’ascendenza pittorica, che ricordano superfici lunari e stilemi floreali, che donano alla galleria/studio un’atmosfera sospesa capace di proteggere e promuovere l’intimità umana e intellettuale dei nostri Ugo e Antonietta contemporanei.

La casa- spazio di intimità, quotidianità e relazione- si arricchisce inoltre di un’installazione di Vedovamazzei (“Numero di Telefono Ugo Foscolo”, Neon Light, Neon, 40×6 cm, 2020), mostrando come lo spazio privato sia sempre anche luogo in cui ospitare gli altri, da aprire al mondo e alla relazione, indicando la possibilità di una connessione tra tempi e spazi differenti, rafforzando così la dimensione metafisica di questo esperimento mentale che ha dato vita alla mostra “Love is in the Air. Ugo Foscolo e Antonietta Fagnani Arese”.

 

[1] Cfr, P. Sloterdijck, Il mondo dentro il capitale, Meltemi, Roma 2008

[2] Cfr. U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, “lettera del 15 maggio 1798”

[3]


Comments are closed.